
Visitare un luogo a porte chiuse è sempre un grandissimo privilegio. Luoghi solitamente destinati ad accogliere centinaia di persone, come musei, palazzi o gallerie d’arte, se visitati in modo esclusivo, diventano spazi surreali, per non dire magici.
La bellezza e il fascino di un sito, qualunque esso sia, sono esaltati quando la visita può essere effettuata in silenzio, in solitudine. L’assenza di persone consente di immergersi completamente in quel luogo che per la prima volta viene ammirato come opera d’arte in sé e non per quello che solitamente rappresenta o mette in scena.
Quando si tratta del Teatro Dante Alighieri di Ravenna, uno dei teatri più belli dell’Emilia Romagna, il privilegio è ancora maggiore.
Teatro inaugurato nel 1852 su un progetto degli architetti veneziani Tommaso e Giambattista Meduna, già curatori del restauro del Teatro La Fenice di Venezia, devastato da un incendio nel dicembre 1836. I due giovani ma affermati architetti realizzarono un edificio di impianto noeoclassico, simile al più noto modello veneziano.

Progetto per il nuovo Teatro, sezione e prospetti. Fratelli Meduna, settembre 1840.

Questa visita a porte chiuse del Teatro Comunale di Ravenna si è svolta lo scorso sabato, 23 Aprile 2016. Visita organizzata dallo staff di @igers_ravenna insieme alla community @igersemiliaromagna in collaborazione e con il supporto di Ravenna Turismo e Cultura, APT Emilia Romagna, Fondazione Ravenna Manifestazioni e Ravenna Festival.
Iniziativa che fa parte di un progetto digitale molto più ampio all'interno dei teatri più rappresentativi della regione Emilia Romagna per immortalarne gli spazi vuoti attraverso sentimenti e sguardi diversi.
A rendere ancora più esclusivo l'evento la presenza dei due bravissimi e disponibilissimi ballerini Michael D'Adamio e Cristina Di Paolo del gruppo amatoriale Vere Sustanze.

L’evento era riservato a un numero ristretto di instagramers che avevano il compito di mostrare, in modo del tutto nuovo ed insolito, grazie ai loro smartphones e alla loro fantasia e creatività, un luogo abitualmente deputato ad accogliere spettacoli e tanti spettatori. Gli scatti andavano poi condivisi su Instagram e sugli altri social utilizzando un hashtag comune, #EmptyteatroER e #EmptyteatroRA.
Ma perchè si organizza un #Empty? I motivi, apparentemente futili, sono invece molteplici e importanti.
Innanzitutto, per chi ancora non lo sapesse, Instagram non è una piattaforma soltanto virtuale, dove gli utenti si conoscono online attraverso strani nickname senza mai incontrarsi. Instagram, negli anni, ha creato delle vere e proprie comunità di utenti, molti dei quali si frequentano abitualmente anche offline. Queste community, ormai da tempo, “coccolano” i loro followers organizzando eventi, mostre, incontri di vario genere. Ovviamente, trattandosi di un social di fotografia, la finalità ultima di questi “instameet” è quella di creare delle relazioni tra gli utenti e di produrre delle immagini che poi andranno diffuse in rete. L’#Empty rientra, a pieno titolo, in questi incontri esclusivi.
In secondo luogo, attraverso un evento come questo, un’istituzione museale o culturale vede promossi gratuitamente i propri spazi che vengono condivisi in maniera assolutamente insolita e non convenzionale. Questo fa sì che l’istituzione in questione ne guadagni in visibilità.
Infine, il progetto #Empty rientra in quell’ambito di invasioni digitali e pacifiche che hanno come principale obiettivo quello di liberare l’arte e la cultura rendendola sempre più accessibile attraverso la condivisione sul web. Luoghi che solitamente possono apparire, soprattutto ai più giovani, rigidi e obsoleti, vengono rivisitati in maniera assolutamente innovativa e creativa.

Il fenomeno #Empty è nato su Instagram grazie a un progetto di Dave Krugman, instagramer newyorkese che, insieme ad altri utenti, nel 2013 è riuscito ad organizzare una visita a porte chiuse al Metropolitan Museum di New York. Le immagini sono state condivise su Instagram con l’hashtag #EmptyMET diventando immediatamente virali ed il fenomeno #Empty è così dilagato ovunque. Inutile dire che, grazie a questo evento, il museo newyorkese ha quasi raddoppiato in poche ore i suoi seguaci su Instagram.
Da New York il movimento #Empty è approdato a Londra dove, nel corso del 2014, sono stati organizzati l’#EmptyROH e l’#EmptyTATE rispettivamente al Royal Opera House, uno dei più prestigiosi Teatri al mondo, e alla Tate Modern, notissima Galleria d’arte contemporanea.
Nell’ambito dei Teatri, degno di nota l’#EmptyBOLSHOI, organizzato nel leggendario Teatro Bolshoi di Mosca, sotto la supervisione della geniale instagramer @Katia_Mi che ha studiato a tavolino una serie di coreografie da mettere in scena per rendere le immagini ancora più d’impatto ma soprattutto per contestualizzarle con la location in cui si svolgeva l’evento.
In Italia, il movimento #Empty è sbarcato per la prima volta nel febbraio 2015 grazie alle community @igerspiemonte e @igerstorino che hanno organizzato una visita a porte chiuse riservata a pochissimi instagramers alla Reggia di Venaria Reale. L’hashtag utilizzato in quella occasione è stato #EmptyREGGIA.
Gli igers che hanno preso parte all'evento:
@igers_ravenna : @sarottab @carlottamolesta @elisola_
@turismoravenna: @davidio
@ig_ravenna : @evanuvola
@lagiorgie
@piccolauma
@ilcavallopazzo
@annarosi85
@iena70
@gloriafoto
@livingravenna
@luca.concas
@cieffe27
@gsoattin
@giobbepelle
@fabiolarn
@skynet70
@supply65
ed io.... @laurinogram
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